sky-quakes: ufo e suoni sismici
nel cielo
di Gianpaolo Saccomano
Rombi,
boati e fragori che risuonano nell’etere
senza un’apparente causa logica e che, molto spesso sono accompagnati da una
nutrita ed interessante casistica
ufologica …
Forse non lo
sapevate, ma in Umbria c’è uno strano modo di dire che recita pressappoco così:
“Quando tuona la marina o acqua, o
vento, o strina” (cioè “quando risuonano i boati dei marina arriverà pioggia, o vento, o ghiaccio”), il che, a ben
vedere, risulta piuttosto curioso, considerato che il territorio umbro ha ben
poco a che spartire con il mare. Per capire a che cosa ci si riferisce è meglio
chiarire cosa si intende con il termine “marina” e per farlo occorre rifarsi
agli studi condotti, più di un secolo fa, da un esimio geofisico, il dottor Adolfo Cancani.
Nel 1898, infatti, questo nostro intraprendente scienziato svolse,
proprio in Umbria, alcune ricerche su di uno strano fenomeno, già noto a
livello internazionale e prevalentemente indicato con il nome di mistpouffers (“cannoni di nebbia”): la
percezione di boati o forti scoppi, simili a rombi di tuono, provenienti da
punti di difficile individuazione e propagantisi nell’atmosfera senza apparente
spiegazione logica.
In particolari zone dell’Umbria infatti, è consuetudine avvertire, di
quando in quando, questi suoni misteriosi che sembrano arrivare da grandi
distanze, si susseguono, di solito, ad intervalli variabili e che durano da una
manciata di secondi a qualche minuto e che le popolazioni locali attribuiscono
a degli sconvolgimenti marini (da qui la definizione di “marina”).
Gli studi del dottor Cancani (che però non
approdarono a conclusioni logiche apprezzabili) sembrano escludere questa
ipotesi e propendere più per l’origine sotterranea di questi fenomeni, che
hanno invece molto a che spartire con quello che succede in altre zone
particolari del globo e la cui causa non può essere liquidata superficialmente
motivandoli con raffiche di vento all’interno delle gole montagnose o repentini
mutamenti atmosferici.
Fenomeni acustici molto simili si sono
verificati anche nella zona dell'Appennino Tosco-Emiliano nei pressi di Gaggio
Montano (BO): il sismogramma dell’ osservatorio locale mostrava un picco
corrispondente al quarto grado della scala Mercalli, ma il crollo del tracciato
successivo al boato faceva escludere, come causa, l’ipotesi di un terremoto o
l'esplosione di una bomba. Nei primi
anni Sessanta, poi, e quasi sempre nelle ore serali, ci furono manifestazioni
anche intorno a Bologna: forti colpi, così frequenti che la gente li aveva
soprannominati bussi.
Col termine sky-quakes (cielo moto o terremoto del
cielo), si intendono boati ed esplosioni rimbombanti e fragorosi, improvvisi e
all'apparenza privi di causa e concomitanti, talvolta, a luci e bagliori
luminosi, che possono essere anche di intensità abbagliante.
Il 10 maggio 1995 la città di Pordenone venne scossa da un
"superbang", udito alle 11 e 13 minuti da circa centomila persone che
raccontarono di un boato di una frazione di secondo, cui seguirono finestre
rotte, urla dei bambini, allarmi degli antifurto ed una vera e propria ondata
di panico. Resta in questo caso del tutto inspiegabile il fatto che nei paesi
limitrofi nessuno abbia sentito nulla.
Nei primi del Novecento, il prof.
Luigi Palazzo, aveva condotto delle ricerche piuttosto approfondite in
territorio italiano su questa misteriosa fenomenologia, utilizzando la
denominazione di brontidi (attribuita
precedentemente dal prof. Alippi) e
constatando che l’inspiegabile fenomeno era molto conosciuto anche in
territorio senese, grossetano e pulsino, arrivando anche alla Basilicata e alla
Sicilia. A più di un secolo di distanza è assolutamente certo che esso si
verifica ancora e che, nonostante l’elevato grado di inquinamento acustico
della nostra civiltà moderna, episodi simili continuano ad essere
segnalati in molti luoghi del pianeta.
Anche se in questo articolo ci occuperemo esclusivamente di una selezione della
casistica italiana.
Gli skyquakes da alcuni scienziati
furono considerati come “fenomeno acustico di origine marina o,
comunque, acquatica” e che, molto spesso, veniva associato a tempeste o a temporali.
Una convinzione questa che il prof. Palazzo
già nel 1906 riteneva erronea, dato che il manifestarsi dei brontidi avviene
prevalentemente a cielo sereno (e senza turbolenze in arrivo) e si diffonde con
caratteristiche sonore che possono sì variare (dai rombi, ai mugghìi, ai colpi secchi
simili a cannonate…) passando,però, sempre ed esclusivamente, attraverso il
terreno o l’aere dintorno.
Elemento comune questo, che li riconduce,
con elevata probabilità, a cause di carattere geo-fisico: si tratterebbe di
suoni sismici, provocati da gran quantità di magma che scorre a pochi metri di
profondità nel sottosuolo di un territorio in cui la crosta terrestre è
particolarmente sottile e, probabilmente, in connessione con abbondanti
depositi di gas naturale.
A meno che non si ricorra ad una
spiegazione legata ai clathrati, che sono composti solidi simili al ghiaccio,
caratterizzati da una struttura di molecole di acqua, nelle cui cavità sono
intrappolate molecole di gas naturale, costituite principalmente da metano: il
che indurrebbe a spiegare gli skyquakes come una anomalia nella propagazione
delle onde sonore dei sedimenti e, data
la sorprendente quantità di metano contenuta all’interno del clathrate (… per
rendere l’idea: se noi prendiamo un litro di questo materiale e lo facciamo fondere,
otteniamo ben 170 litri di metano!), si potrebbero giustificare i boati con le
esplosioni causate dalla combustione improvvisa di tutta questa sostanza gassosa.
Tuttavia, casi come quello che si verificò a Voghera l’11 settembre del
1997, quando molti testimoni udirono distintamente un inspiegabile fragore,
paragonabile all’esplosione di una bomba, destano qualche perplessità in più.
In quell’occasione, in particolare, ci fu anche il contemporaneo avvistamento
di alcune scie luminose che si dirigevano zig -zagando verso Piacenza; un
fenomeno abbastanza particolare che potrebbe essere spiegato con la caduta di
metoriti o bolidi anche se, vale la pena di ricordare che, in molti casi
simili, sono state segnalate scie, flotillas, orbs e strani fenomeni luminosi
nel cielo.
Una possibile spiegazione potrebbe derivare dal fatto che tra gli
studiosi c’è chi sostiene addirittura, come per l’appunto il prof. Palazzo, che
“ i brontidi altro non sarebbero che sismi abortiti e trasformati in fenomeni
acustici a connotazione parziale”. L'avvistamento di "luci”durante i
terremoti è un fenomeno di fatto abbastanza frequente. Pare che si tratti di
fenomeni piezoelettrici derivanti dallo sfregamento di grandi rocce quarzifere;
ovviamente, l'avvistamento di veri e propri UFO di forma strutturata non può
essere spiegato come semplice fenomeno naturale.
Tuttavia, gli skyquakes, in ambiente accademico, non credo siano mai
stati correlati con terremoti locali o movimenti sismici e poi il loro particolare effetto sonoro,
molto simile ad uno sparo, non assomiglia ai mugghii o ai brontolii tipici dei
terremoti.
Spingendoci oltre, in
astrofisica si parla di oggetti fisici che compaiono e scompaiono nel nulla con
suoni profondi, rifacendosi alla teoria che “se un corpo fisico viene rimosso
dall'atmosfera, l'aria tutt'attorno viene risucchiata dal vuoto e vi si
precipita con un rumore assordante dovuta all'implosione “.
Ciò non contraddice affatto l´ipotesi che l´impatto propulsivo dei
veivoli alieni o lo scontro tra campi energetici possa essere la causa degli
sky-quakes. Allo stesso modo, il non aver avvistato un UFO prima o dopo
l´evento sismico non ci autorizza a ritenerlo del tutto estraneo, dato che
l´osservazione è purtroppo limitata alla percezione visiva dell’eventuale
testimone e, basta pensare alla quasi assoluta mancanza di immagini del
fantomatico jet supersonico Aurora, per capire come alcuni velivoli anche
terrestri siano di fatto “invisibili” ai più.
Per fare un esempio, il 12 settembre1997
poco prima delle ore 19, un forte boato veniva udito da numerose persone nella
zona compresa tra le province di Pavia, Parma e Massa Carrara. Alcuni testimoni
avrebbero osservato una scia di fumo e di luce che sembrava cadere
sull'Appennino. Temendo la caduta di un velivolo aeronautico, subito aveva
inizio un'operazione di soccorso terminata, “ufficialmente” senza esito, il
pomeriggio del giorno dopo.
E l'8 luglio dello stesso anno, verso le 14,15, in una zona dell'alto
Lazio, con epicentro a Civitavecchia e comprendente anche Tarquinia, Ladispoli
e il lago di Bracciano, centinaia di persone avevano udito due forti boati di
origine sconosciuta, senza però notare niente di anomalo in cielo. Altri
testimoni, invece, sulle colline vicine a Santa Marinella, osservarono in cielo
un forte bagliore di colore giallo-arancio. In seguito, un testimone dichiarò
che, mentre si trovava con la fidanzata in auto, tra Ostia e Torvaianica, aveva
visto un oggetto color rosso-arancio, dotato di una scia luminosa, solcare il
cielo e cadere all'interno della tenuta presidenziale di Castelporziano.
La dr.ssa Angioletta Corradini, dell'Istituto di planetologia del CNR,
dichiarava che con molta probabilità si era trattato di un meteorite. Un
elicottero dei Vigili del Fuoco di Civitavecchia si alzava in volo per una
perlustrazione delle campagne ma, anche in questo caso, la ricerca non ha
portato nessun risultato ufficiale.
Gli ufologi sanno che questo stesso tipo di boati aerei ha spesso
caratterizzato gli avvistamenti di strani triangoli volanti, negli Stati Uniti
occidentali come in Scozia, tanto che riviste specializzate come Aviation Week segnalano regolarmente
tali "bang" facendo riferimento probabile ai voli del famigerato
velivolo Aurora.
Ciò nonostante, sempre riguardo al nostro
territorio, il Comando della III^ Regione Aerea smentiva categoricamente
qualsiasi esercitazione a fuoco o voli supersonici quando tra le 14 e le 17 di
martedì 23 marzo 1993, una serie di fortissimi boati facevano tremare i vetri
di molte finestre ed accorrere la gente in strada, in varie località della
provincia di Bari, tra cui Fasano, Monopoli e Mola, fino ad altre località
della provincia di Brindisi.
La verità è che la maggior parte di questi mistpouffers rimane molto
difficile da spiegare e viene registrata un po’ dappertutto anche al giorno
d’oggi, sebbene con una frequenza minore, dato l’elevato grado di inquinamento
acustico che, specialmente nelle zone ad alta densità abitativa spesso li fa
passare inosservati.
Un tentativo di interpretazione che voglio segnalarvi è quello che, con
le sue ricerche sulla propagazione del suono nell’atmosfera, suggerisce J.B. Calvert che, a sostegno della sua
ipotesi, cita un particolare studio del 1904 su di una esplosione di grande
potenza verificatasi a Forde in Germania occidentale: si è appurato che oltre
la zona della detonazione, il suono è stato avvertito distintamente ancora ad
una distanza di circa 200 km., ma non è invece stato avvertito per una
consistente zona di distanza intermedia, fenomeno che il prof. G. Von Der Borne ha spiegato “come il
ritorno di un’onda acustica riflessa dall’idrogeno o da una zona dell’elio
nell’atmosfera superiore”, fenomeno che però si verifica assai raramente in
inverno e più spesso nel periodo estivo.
Anche questa teoria è stata più volte contestata, obiettando che, ad
altezza elevata, la pressione atmosferica -che è molto bassa- finisce col
rimuovere gran parte dell’energia che proviene dall’onda sonora (e limita
perciò parecchio la propagazione anomala del suono…). C’è chi, comunque, ritiene (ad esempio il prof. Erwin Schrodinger), che ciò non sia
vero, perché l’ampiezza di movimento dell’onda sonora finirebbe con l’
aumentare per effetto della sua stessa energia.
In conclusione è evidente che la fenomenologia relativa agli sky-quakes
(o mistpouffers, che dir si voglia) è tuttora ben lungi dall’esser stata
interpretata in maniera convincente.
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