MISTERI ed ENIGMI UFO, PARANORMALE e CRIMINOLOGIA

il blog di GIANPAOLO SACCOMANO, 35 anni di studi, ricerche e sperimentazioni su

UFO e CRIPTOZOOLOGIA
PARANORMALE e GHOSTHUNTING
TRUE CRIME e INSOLITO



lunedì 14 settembre 2015

Ufo e scienza di confine


sky-quakes: ufo e suoni sismici

 nel cielo


di  Gianpaolo Saccomano 

Rombi, boati e  fragori che risuonano nell’etere senza un’apparente causa logica e che, molto spesso sono accompagnati da una nutrita ed interessante casistica  ufologica …



 
Forse non lo sapevate, ma in Umbria c’è uno strano modo di dire che recita pressappoco così: “Quando tuona la marina o acqua, o vento, o strina” (cioè “quando risuonano i boati dei marina arriverà pioggia, o vento, o ghiaccio”), il che, a ben vedere, risulta piuttosto curioso, considerato che il territorio umbro ha ben poco a che spartire con il mare. Per capire a che cosa ci si riferisce è meglio chiarire cosa si intende con il termine “marina” e per farlo occorre rifarsi agli studi condotti, più di un secolo fa, da un esimio geofisico, il dottor Adolfo Cancani.

 

 Nel 1898, infatti, questo nostro intraprendente scienziato svolse, proprio in Umbria, alcune ricerche su di uno strano fenomeno, già noto a livello internazionale e prevalentemente indicato con il nome di mistpouffers (“cannoni di nebbia”): la percezione di boati o forti scoppi, simili a rombi di tuono, provenienti da punti di difficile individuazione e propagantisi nell’atmosfera senza apparente spiegazione logica.

 
In particolari zone dell’Umbria infatti, è consuetudine avvertire, di quando in quando, questi suoni misteriosi che sembrano arrivare da grandi distanze, si susseguono, di solito, ad intervalli variabili e che durano da una manciata di secondi a qualche minuto e che le popolazioni locali attribuiscono a degli sconvolgimenti marini (da qui la definizione di “marina”).
Gli studi del dottor Cancani (che però non approdarono a conclusioni logiche apprezzabili) sembrano escludere questa ipotesi e propendere più per l’origine sotterranea di questi fenomeni, che hanno invece molto a che spartire con quello che succede in altre zone particolari del globo e la cui causa non può essere liquidata superficialmente motivandoli con raffiche di vento all’interno delle gole montagnose o repentini mutamenti atmosferici.
 
 

Fenomeni acustici molto simili si sono verificati anche nella zona dell'Appennino Tosco-Emiliano nei pressi di Gaggio Montano (BO): il sismogramma dell’ osservatorio locale mostrava un picco corrispondente al quarto grado della scala Mercalli, ma il crollo del tracciato successivo al boato faceva escludere, come causa, l’ipotesi di un terremoto o l'esplosione di una bomba. Nei primi anni Sessanta, poi, e quasi sempre nelle ore serali, ci furono manifestazioni anche intorno a Bologna: forti colpi, così frequenti che la gente li aveva soprannominati bussi.
 
 
Risalgono invece al gennaio 1946 i molti inspiegabili boati, simili a colpi d'artiglieria, che si udirono nel cielo fiorentino. E, sempre in Toscana, in tempi più recenti - 31 ottobre 1986- tra Torre del Lago Puccini e Viareggio, all’incirca alle 17,30 si  udì un fragore capace di da far tremare i vetri. Quello che d’ora in poi definiremo sky-quake era acusticamente circoscritto a una zona  ben definita, particolare che si ripete frequentemente e che non è certo riconducibile all’effetto jet-lag, cioè al bang sonico degli aerei.

 
Col termine sky-quakes (cielo moto o terremoto del cielo), si intendono boati ed esplosioni rimbombanti e fragorosi, improvvisi e all'apparenza privi di causa e concomitanti, talvolta, a luci e bagliori luminosi, che possono essere anche di intensità abbagliante.


Il 10 maggio 1995 la città di Pordenone venne scossa da un "superbang", udito alle 11 e 13 minuti da circa centomila persone che raccontarono di un boato di una frazione di secondo, cui seguirono finestre rotte, urla dei bambini, allarmi degli antifurto ed una vera e propria ondata di panico. Resta in questo caso del tutto inspiegabile il fatto che nei paesi limitrofi nessuno abbia sentito nulla.
Nei primi del Novecento, il prof. Luigi Palazzo, aveva condotto delle ricerche piuttosto approfondite in territorio italiano su questa misteriosa fenomenologia, utilizzando la denominazione di brontidi (attribuita precedentemente dal prof. Alippi) e constatando che l’inspiegabile fenomeno era molto conosciuto anche in territorio senese, grossetano e pulsino, arrivando anche alla Basilicata e alla Sicilia. A più di un secolo di distanza è assolutamente certo che esso si verifica ancora e che, nonostante l’elevato grado di inquinamento acustico della nostra civiltà moderna, episodi simili continuano ad essere segnalati  in molti luoghi del pianeta. Anche se in questo articolo ci occuperemo esclusivamente di una selezione della casistica italiana.
 

Gli skyquakes da alcuni scienziati  furono considerati come “fenomeno acustico di origine marina o, comunque, acquatica” e che, molto spesso, veniva associato a tempeste o a temporali.
Una convinzione questa che il prof. Palazzo già nel 1906 riteneva erronea, dato che il manifestarsi dei brontidi avviene prevalentemente a cielo sereno (e senza turbolenze in arrivo) e si diffonde con caratteristiche sonore che possono sì variare (dai rombi, ai mugghìi, ai colpi secchi simili a cannonate…) passando,però, sempre ed esclusivamente, attraverso il terreno o l’aere dintorno.

 

Elemento comune questo, che li riconduce, con elevata probabilità, a cause di carattere geo-fisico: si tratterebbe di suoni sismici, provocati da gran quantità di magma che scorre a pochi metri di profondità nel sottosuolo di un territorio in cui la crosta terrestre è particolarmente sottile e, probabilmente, in connessione con abbondanti depositi di gas naturale.
 

 

 A meno che non si ricorra ad una spiegazione legata ai clathrati, che sono composti solidi simili al ghiaccio, caratterizzati da una struttura di molecole di acqua, nelle cui cavità sono intrappolate molecole di gas naturale, costituite principalmente da metano: il che indurrebbe a spiegare gli skyquakes come una anomalia nella propagazione delle onde sonore dei sedimenti  e, data la sorprendente quantità di metano contenuta all’interno del clathrate (… per rendere l’idea: se noi prendiamo un litro di questo materiale e lo facciamo fondere, otteniamo ben 170 litri di metano!), si potrebbero giustificare i boati con le esplosioni causate dalla combustione improvvisa di tutta questa  sostanza gassosa. 

 

Tuttavia, casi come quello che si verificò a Voghera l’11 settembre del 1997, quando molti testimoni udirono distintamente un inspiegabile fragore, paragonabile all’esplosione di una bomba, destano qualche perplessità in più. In quell’occasione, in particolare, ci fu anche il contemporaneo avvistamento di alcune scie luminose che si dirigevano zig -zagando verso Piacenza; un fenomeno abbastanza particolare che potrebbe essere spiegato con la caduta di metoriti o bolidi anche se, vale la pena di ricordare che, in molti casi simili, sono state segnalate scie, flotillas, orbs e strani fenomeni luminosi nel cielo.


 
 Una possibile spiegazione potrebbe derivare dal fatto che tra gli studiosi c’è chi sostiene addirittura, come per l’appunto il prof. Palazzo, che “ i brontidi altro non sarebbero che sismi abortiti e trasformati in fenomeni acustici a connotazione parziale”. L'avvistamento di "luci”durante i terremoti è un fenomeno di fatto abbastanza frequente. Pare che si tratti di fenomeni piezoelettrici derivanti dallo sfregamento di grandi rocce quarzifere; ovviamente, l'avvistamento di veri e propri UFO di forma strutturata non può essere spiegato come semplice fenomeno naturale.
Tuttavia, gli skyquakes, in ambiente accademico, non credo siano mai stati correlati con terremoti locali o movimenti sismici  e poi il loro particolare effetto sonoro, molto simile ad uno sparo, non assomiglia ai mugghii o ai brontolii tipici dei terremoti.

 
Spingendoci oltre, in astrofisica si parla di oggetti fisici che compaiono e scompaiono nel nulla con suoni profondi, rifacendosi alla teoria che “se un corpo fisico viene rimosso dall'atmosfera, l'aria tutt'attorno viene risucchiata dal vuoto e vi si precipita con un rumore assordante dovuta all'implosione “.
 Ciò non contraddice affatto l´ipotesi che l´impatto propulsivo dei veivoli alieni o lo scontro tra campi energetici possa essere la causa degli sky-quakes. Allo stesso modo, il non aver avvistato un UFO prima o dopo l´evento sismico non ci autorizza a ritenerlo del tutto estraneo, dato che l´osservazione è purtroppo limitata alla percezione visiva dell’eventuale testimone e, basta pensare alla quasi assoluta mancanza di immagini del fantomatico jet supersonico Aurora, per capire come alcuni velivoli anche terrestri siano di fatto “invisibili” ai più.
 Per fare un esempio, il 12 settembre1997 poco prima delle ore 19, un forte boato veniva udito da numerose persone nella zona compresa tra le province di Pavia, Parma e Massa Carrara. Alcuni testimoni avrebbero osservato una scia di fumo e di luce che sembrava cadere sull'Appennino. Temendo la caduta di un velivolo aeronautico, subito aveva inizio un'operazione di soccorso terminata, “ufficialmente” senza esito, il pomeriggio del giorno dopo.
E l'8 luglio dello stesso anno, verso le 14,15, in una zona dell'alto Lazio, con epicentro a Civitavecchia e comprendente anche Tarquinia, Ladispoli e il lago di Bracciano, centinaia di persone avevano udito due forti boati di origine sconosciuta, senza però notare niente di anomalo in cielo. Altri testimoni, invece, sulle colline vicine a Santa Marinella, osservarono in cielo un forte bagliore di colore giallo-arancio. In seguito, un testimone dichiarò che, mentre si trovava con la fidanzata in auto, tra Ostia e Torvaianica, aveva visto un oggetto color rosso-arancio, dotato di una scia luminosa, solcare il cielo e cadere all'interno della tenuta presidenziale di Castelporziano.

 

La dr.ssa Angioletta Corradini, dell'Istituto di planetologia del CNR, dichiarava che con molta probabilità si era trattato di un meteorite. Un elicottero dei Vigili del Fuoco di Civitavecchia si alzava in volo per una perlustrazione delle campagne ma, anche in questo caso, la ricerca non ha portato nessun risultato ufficiale.
Gli ufologi sanno che questo stesso tipo di boati aerei ha spesso caratterizzato gli avvistamenti di strani triangoli volanti, negli Stati Uniti occidentali come in Scozia, tanto che riviste specializzate come Aviation Week segnalano regolarmente tali "bang" facendo riferimento probabile ai voli del famigerato velivolo Aurora.
Ciò nonostante, sempre riguardo al nostro territorio, il Comando della III^ Regione Aerea smentiva categoricamente qualsiasi esercitazione a fuoco o voli supersonici quando tra le 14 e le 17 di martedì 23 marzo 1993, una serie di fortissimi boati facevano tremare i vetri di molte finestre ed accorrere la gente in strada, in varie località della provincia di Bari, tra cui Fasano, Monopoli e Mola, fino ad altre località della provincia di Brindisi. 

 
La verità è che la maggior parte di questi mistpouffers rimane molto difficile da spiegare e viene registrata un po’ dappertutto anche al giorno d’oggi, sebbene con una frequenza minore, dato l’elevato grado di inquinamento acustico che, specialmente nelle zone ad alta densità abitativa spesso li fa passare inosservati.
Un tentativo di interpretazione che voglio segnalarvi è quello che, con le sue ricerche sulla propagazione del suono nell’atmosfera, suggerisce J.B. Calvert che, a sostegno della sua ipotesi, cita un particolare studio del 1904 su di una esplosione di grande potenza verificatasi a Forde in Germania occidentale: si è appurato che oltre la zona della detonazione, il suono è stato avvertito distintamente ancora ad una distanza di circa 200 km., ma non è invece stato avvertito per una consistente zona di distanza intermedia, fenomeno che il prof. G. Von Der Borne ha spiegato “come il ritorno di un’onda acustica riflessa dall’idrogeno o da una zona dell’elio nell’atmosfera superiore”, fenomeno che però si verifica assai raramente in inverno e più spesso nel periodo estivo.

 

Anche questa teoria è stata più volte contestata, obiettando che, ad altezza elevata, la pressione atmosferica -che è molto bassa- finisce col rimuovere gran parte dell’energia che proviene dall’onda sonora (e limita perciò parecchio la propagazione anomala del suono…). C’è chi, comunque,  ritiene (ad esempio il prof. Erwin Schrodinger), che ciò non sia vero, perché l’ampiezza di movimento dell’onda sonora finirebbe con l’ aumentare per effetto della sua stessa energia.

 
In conclusione è evidente che la fenomenologia relativa agli sky-quakes (o mistpouffers, che dir si voglia) è tuttora ben lungi dall’esser stata interpretata in maniera convincente.
 
 
E’ perciò necessario considerare  tutte le ipotesi sul misterioso meccanismo che potrebbe esserne la causa (o almeno una delle cause…), senza dimenticare di farlo anche in ragione dei terribili eventi del terremoto in Abruzzo e in Emilia e con la speranza nel cuore che una plausibile interpretazione possa, in qualche modo, produrre qualche elemento in più -anche il più apparentemente insignificante- ai fini di un ipotesi di prevenzione o di previsione dei sismi e delle loro spaventose conseguenze.

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